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Per Aspera Ad Veritatem n.23
Il fondamentalismo islamico

Renzo Guolo - Laterza, Roma-Bari, 2002



Renzo Guolo, studioso dei fondamentalismi contemporanei, docente di sociologia e sociologia della religione nella Facoltà di Scienze della Formazione presso l'Università di Trieste, nonché collaboratore di numerose riviste, offre in questo volume una panoramica storica complessa e aggiornata del fenomeno del fondamentalismo islamico, privilegiando soprattutto la dimensione ideologica, le sue correnti di pensiero, i suoi leader carismatici e i fondatori che con la loro personalità hanno influenzato e preparato il terreno alla nascita di gruppi e movimenti neotradizionalisti e radicali, conservatori e riformisti.
L'analisi prende in esame anche le diverse linee di frattura interna che hanno attraversato il mondo musulmano, fra islam e islamismo, le diverse interpretazioni ideologiche della religione, come anche la dimensione geopolitica del fenomeno, con le diverse esperienze nazionali significative in Palestina, Algeria, Egitto, Iran, Arabia Saudita, Pakistan, Afghanistan, nella rete Al-Qaida. Mantenendo sullo sfondo, ma non in secondo piano, il confronto-scontro con l'Occidente (figura del nemico), scontro che nasce dal rifiuto della cultura, dei modelli, dei costumi e delle ideologie occidentali che hanno determinato, alimentato e strutturato nel corso del tempo lo sviluppo del movimento islamico, l'Autore prosegue il percorso per una precomprensione delle origini e delle radici storiche del fenomeno, nonché delle sue scuole di pensiero a cui tutt'oggi si riconducono gruppi e movimenti islamisti. Lo stesso Bin Laden si incontra con il pensiero del teorico egiziano Sayyid Qutb (ideologo che più di ogni altro ha influenzato l'islamismo radicale). Da Qutb, Bin Laden apprende le più importanti categorie del suo bagaglio ideologico, in particolare la concezione bipolare religiosa tra “partito di Dio” e “partito di Satana”, tra islam e jahiliyya (ignoranza religiosa), tra regno della fede e regno dell'incredenza e dell'errore, il concetto di jihad come esperienza di rivolta contro il nemico interno ed esterno.
Questa formazione ideologica unita a quella nata dall'incontro con l'ideologo palestinese Abdallah Azzam, che teorizza la jihad come obbligo religioso nei confronti dei nemici della fede, verrà poi trasmessa agli islamisti radicali nei centri di reclutamento e di addestramento di Azzam e di Bin Laden, vere Università di islamismo radicale. Luoghi in cui la comunità del fronte jihadista mette a punto le strategie per instaurare lo stato islamico in ogni paese musulmano. è in questo ambiente che Bin Laden costruisce la rete di contatti con gli jihadisti di tutto il mondo che sfocerà poi nell'Al Qa'ida.
Concetti quali la guerra santa, la legge divina, la costruzione di uno stato islamico, la concezione neotradizionalista, che mira ad islamizzare la società dal basso, la strategia radicale basata sulla conquista dello stato, giudicata il solo strumento capace di instaurare lo stato islamico, infine il martirio inteso come sacrificio per la difesa della fede, ricorrono sempre nel corso della storia ed hanno costituito e costituiscono l'anima della lotta dei movimenti islamisti.
L'Autore conclude il testo con un ultimo capitolo dedicato alla valutazione dell'esperienza islamista nelle sue varie versioni e alla interpretazione della stessa in seguito all'attacco dell'11 settembre 2001. Quest'ultima azione, sebbene abbia costituito il punto di massima intensità nello scontro tra il movimento islamista e l'Occidente, ha nel contempo dimostrato il fallimento della jihad globale e dell'islam radicale, proprio in quanto è mancata la risposta più attesa, quella dello stesso mondo musulmano, che non si è mobilitato a sostegno degli islamisti, dimostrando così al suo interno contraddizioni e limiti. L'attacco all'America è sembrato piuttosto il tentativo estremo e disperato di gruppi di avanguardie di far esplodere le contraddizioni presenti nel mondo musulmano. Infatti, se una parte di questo mondo sente l'esigenza di dar corso ad una modernizzazione necessaria per partecipare al processo di globalizzazione, un'altra vive come contrasto le spinte secolarizzanti prodotte dalla stessa globalizzazione.



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